Consulenza gratuita, difensore d’ufficio e gratuito patrocinio
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Ti stai chiedendo quale sia la differenza tra difensore d’ufficio, gratuito patrocinio e consulenza gratuita?
In realtà sono concetti che operano su piani differenti e che possono, in certi casi, non avere alcuna interazione tra loro.
Cosa si intende per difensore d’ufficio?
E’ un professionista inserito in un apposito elenco, per il quale è previsto il possesso di specifiche competenze: tale avvocato, infatti, deve necessariamente avere uno dei seguenti requisiti:
1) aver partecipato a un corso biennale di formazione e aggiornamento professionale in materia penale, organizzato dal Consiglio dell’ordine circondariale o da una Camera penale territoriale o dall’Unione delle Camere penali, della durata complessiva di almeno 90 ore e con superamento dell’esame finale;
2) essere iscritto all’albo da almeno cinque anni e possedere esperienza nella materia penale, comprovata dalla produzione di idonea documentazione;
3) aver conseguito il titolo di specialista in diritto penale.
Anche dopo l’iscrizione il difensore d’ufficio deve dimostrare di esercitare l’attività penale con continuità.
Perché esiste la figura dell’avvocato d’ufficio?
In Italia non è consentita l’autodifesa nell’ambito penale, quale garanzia a tutela del diritto di difesa.
In assenza della nomina di un difensore di fiducia da parte dell’indagato o dell’imputato, il Giudice o il Pubblico Ministero nominano un difensore sulla base dell’elenco predisposto dal Consiglio nazionale forense, così da garantire la proficua continuazione del procedimento penale, in qualunque fase si trovi. Questo vale anche nell’ambito dei procedimenti dinanzi al Magistrato di Sorveglianza (https://avvocatobarocci.it/2021/06/02/permesso-premio-ai-detenuti/)

Dopo la nomina, cosa accade?
Il legale assume la difesa dell’assistito e pertanto avrà gli stessi doveri di un avvocato di fiducia, con la differenza che quest’ultimo può decidere se prestare il proprio patrocinio mentre il difensore d’ufficio ha l’obbligo di assistere la persona e non può essere sostituito se non per giustificato motivo.
Personalmente invio una comunicazione scritta all’assistito, con la quale comunico la facoltà della nomina di un legale di fiducia. In tal caso l’incarico del difensore d’ufficio cessa, senza bisogno di revoca espressa.
Ma il difensore d’ufficio viene pagato dallo Stato?
Non necessariamente.
È bene ricordare che il legale deve essere retribuito per l’attività svolta e non va confuso con l’istituto del gratuito patrocinio.
In altri termini, perché sia lo Stato a pagare il proprio avvocato, di fiducia o d’ufficio, serve l’ammissione al gratuito patrocinio
Cosa si intende per gratuito patrocinio?
Il patrocinio a spese dello Stato è disciplinato dal Testo unico in materia di spese di giustizia, che provvede a fissare i requisiti e le modalità per essere ammessi al beneficio.
Tale istituto prevede che il compenso del proprio avvocato e le spese di giustizia, al ricorrere di determinate condizioni reddituali, siano sostenute integralmente dallo Stato.
Questo accade indipendentemente dal fatto che il proprio legale sia stato scelto ovvero sia stato nominato dall’Autorità che procede.
Per poter accedere al beneficio devono obbligatoriamente ricorrere due condizioni:
1) il difensore deve essere iscritto in un apposito elenco, consultabile sull’albo avvocati del Foro di pertinenza;
2) il richiedente deve presentare un’istanza scritta, con cui dimostri di possedere un reddito annuo non superiore ad €.11.746,68; nel caso di più persone facenti parte dello stesso stato di famiglia, si terrà conto della somma dei redditi al lordo maggiorati di €.1032,91 per ogni componente.
L’ammissione al gratuito patrocinio impone al legale di non accettare somme dal cliente. (https://www.altalex.com/guide/gratuito-patrocinio)
È possibile ottenere una consulenza gratuita?
Spesso capita che alcuni clienti cerchino una formula di contatto “a distanza”, ossia tramite telefono o addirittura tramite whatsapp.
Per quanto mi riguarda, svolgo sempre una prima consulenza gratuita, anche perché ritengo che il colloquio de vivo sia fondamentale per un confronto diretto e per rapportarsi al problema.
Ci sono delle regole in merito?
Ogni prestazione del professionista si presume a titolo oneroso – ossia resa dietro compenso – salvo diverso accordo esplicito delle parti, a nulla rilevando le pratiche commerciali poste dagli altri concorrenti.
Il legale ha comunque l’obbligo – dietro richiesta – di presentare un preventivo scritto prima di svolgere la propria attività, ivi compreso se decide di fornire una consulenza gratuita oppure no.
Ma cosa succede se il porfessionista non fornisce il preventivo?
Il Consiglio Nazionale Forense ha affermato che se manca il preventivo il contratto rimane valido ma la quantificazione dei compensi professionali in caso di controversia è demandata al giudice il quale applicherà i parametri forensi di cui al decreto ministeriale n. 55/2014.
Eventualmente, la violazione dell’obbligo di fornire il preventivo al cliente potrebbe determinare una violazione deontologica dell’avvocato con conseguente procedimento disciplinare a suo carico per avere violato l’obbligo di trasparenza e buona fede che il professionista deve assicurare all’interno del rapporto con il proprio cliente.
Avv. Nicola Barocci
Per info: http://avvocatobarocci.it info@avvocatobarocci.it
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