licenziamento e truffa per abuso del permesso legge 104

Legge 104: licenziamento e denuncia per abuso del permesso retribuito

Legge 104: in cosa consiste l’abuso del permesso retribuito ?

L’abuso del permesso retribuito previsto dalla legge 104 consiste nell’utilizzo del beneficio per scopi estranei alla cura e tutela del familiare in favore del quale è stato riconosciuto.

Perché si parli di abuso ciò che rileva è l’utilizzo improprio del permesso retribuito.

Cosa può fare il datore di lavoro?

In conseguenza dell’accertamento del possibile abuso, il datore di lavoro può comminare il licenziamento per l’idoneità della condotta a ledere irrimediabilmente il rapporto fiduciario con il dipendente, senza che l’entità del danno a lui arrecato abbia alcuna valenza.

Quando è stato ritenuto illegittimo l’uso del permesso?

Con la sentenza n.9749/2016, la Corte di Cassazione, sezione lavoro, ha rigettato il ricorso del dipendente contro il licenziamento, intimato in considerazione del fatto che, facendo indebito utilizzo del permesso retribuito previsto dalla legge 104, si era recato (secondo quanto riferito dagli investigatori assunti dal datorie di lavoro) a svolgere lavori in alcuni terreni di proprietà.

Un altro caso interessante è stato affrontato dall’ordinanza n. 17102 del 16 giugno 2021, in merito alla quale segnalo il seguente articolo (https://quifinanza.it/lavoro/permessi-legge-104-quando-scatta-il-licenziamento-per-abuso/502749/)

Perchè non è importante la quantificazione del danno arrecato al datore di lavoro?

La ragione viene individuata nella natura del danno, che non lede il solo datore di lavoro, ma pure la collettività che è tenuta a sopportarne l’indebito costo.

Quali sono le altre possibili conseguenze?

L’abuso del permesso retribuito previsto dalla legge 104 può determinare non soltanto il licenziamento, ma anche un procedimento penale.

E’ l’unico caso nel quale le false dichiarazioni possono comportare il licenziamento?

No, atteso che l’erronea compilazione del modulo prodotto in un concorso pubblico può comportare il licenziamento per falsa autocertificazione, qualora il documento non contenga l’indicazione del precedente penale: ai sensi dell’art. 75 del d.P.R. n. 445/2000, infatti, la non veridicità del contenuto della dichiarazione fa decadere il lavoratore dai benefici conseguenti al provvedimento emanato. Sul punto, segnalo l’articolo sulle false dichiarazioni al datore di lavoro https://avvocatobarocci.it/2021/08/12/licenziamento-false-dichiarazioni/

L’intervento di un investigatore viola la privacy?

Non nel caso valutato dalla Suprema Corte, secondo la quale è ammesso il contributo dell’agenzia investigativa anche in virtù del solo sospetto che siano perpetrati degli atti illeciti; nel caso summenzionato, tuttavia, gli investigatori ingaggiati dal datore di lavoro non hanno operato alcuna vigilanza dell’attività lavorativa né della persona del dipendente.

Quale reato può essere configurato?

Il lavoratore che abbia utilizzato i permessi retribuiti previsti dall’art. 33 della legge 104 per svolgere attività personali e non per la cura del familiare, rischia di vedersi contestato il reato di truffa ex art 316 ter c.p., avendo percepito indebitamente il trattamento economico ai danni dell’INPS; in seguito all’eventuale accertamente del reato, si potrebbe decadere dal beneficio, con la conseguente restituzione di quanto precedentemente appreso.

La condotta di indebita percezione costituisce sempre una truffa?

No, qualora la somma percepita indebitamente risulti inferiore ad €.3.999,96, sarà prevista una sanzione amministrativa fino ad €.25.822,00, escludendo si configuri il reato ex art. 316 ter cp.

L’abuso del permesso legge 104 può integrare altri reati?

A mio avviso potrebbe sussistere il reato ex art 483 c.p., che sanziona il falso ideologico commesso dal privato in atto pubblico.

Abuso della legge 104

Perché falso in atto pubblico?

Perché la dichiarazione sostitutiva di certificazione L. n. 15 del 1968, ex art. 2 con successiva autocertificazione confermativa in cui si attesta il diritto al riconoscimento di permessi ex legge 104 del 1992 è atto pubblico. (Cass. Penale, II Sezione, n. 2072/2012)

L’applicazione della normativa di cui alla L. n. 104 del 1992, art. 33, che si compendia nell’adozione di un provvedimento autorizzatorio, ha infatti natura pubblicistica, dal momento che la sua adozione è collegata al riconoscimento del diritto di un soggetto diversamente abile all’assistenza da parte di un familiare, ovvero il lavoratore dipendente.

Cosa comporta?

Per questa condotta è prevista la reclusione sino a due anni.

Avv. Nicola Barocci

Per info https://avvocatobarocci.it/ mail:info@avvocatobarocci.it

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